venerdì 22 marzo 2013

stories of living-3

-Volterra, 21/03/1973

Il mio viaggio continuava, era arrivata la primavera, il primo giorno dell’equinozio di primavera. Ricordo le persone che già rinfrescavano  i propri volti stanchi dal caldo nelle fontane di Volterra. Ebbene si, ero passato dall’America e la Francia in Italia, precisamente in Toscana, in quelle bellissime colline che rallegravano la giornata. La decisione di partire e andare là, fu improvvisa. Volevo osservare la vita che si svolgeva in quel piccolo luogo, da piccolo infatti ero da sempre abituato a conoscere tutti, a  salutare e abbracciare chiunque incrociassi per strada. Passeggiavo in tutte le piccole viuzze di quella misteriosa città, prima di atterrare in Italia mi ero infatti documentato sulla sua storia, erano molte leggende e storie che avvolgevano le mura in un mistero sempre più fitto. Ero particolarmente felice quel giorno, forse era una felicità data dallo splendere dei girasoli, dai fiori appena nati, o semplicemente dalla voglia di vivere. Nel preciso instante in cui misi piede su quella terra, sentii una carica di energia che mi pervase in tutto il corpo. La semplicità di quel posto mi attirava, serve sempre una piccola pausa di tranquillità. Notai le anziane del paese con in mano un bel mazzo di rose o di ginestre, invidiose una dell’altra, come se fosse una gara; mi misi a ridere quando vidi i bambini in sandali che sbirciavano sotto la sottana delle loro madri. Cominciai a scattare foto, a raffica, era un impulso istintivo; quando si dice “catturare l’attimo”. I mariti invece erano ovviamente rifugiati a gruppi in piccoli bar, con liquori in mano, e un mazzo di carte. Pronti per sfidarsi e per scommettere la vincita. Le bambine incitavano le madri a comprare la solita  bambola di pezza, ma purtroppo la risposta era sempre la stessa “Quando sarai grande te la comprerò, sciocchina” stava a significare la forte povertà. Ma la bellezza e la serenità con cui pronunciavano quelle tristi parole, era impressionante, non c’entrava la ricchezza volevano solo stare con i propri figli, vivendo giorno per giorno. Mi commossi. Continuai il mio piccolo giro turistico, vidi case e chiese spettacolari, monumentali, e molto ben costruite e raffinate nei dettagli, appartenenti in passato a ricchi signori. Mi immaginai come un giorno, chissà quando, quella città sarebbe diventata un importante riferimento storico e artistico. La natura era sempre più viva, gatti e cani passavano per le strade, le vespe sfrecciavano qua e la e i vestiti a pois delle giovani ragazze svolazzavano al vento primaverile; notai le coppie di ragazzi innamorati, i primi baci, sguardi, carezze, giochi erotici, e sotterfugi per scappare alla vista del padre, aspettando la figlia in ansia sul portone di casa. C’erano giovani artisti di strada, che cantavano e suonavano ogni tipo di repertorio, facendo riunire tutto il paese a ballare. Le loro giornate passavano così, trascorrendo insieme quel poco tempo rimanente, vivendo oggi, senza aver paura di quello che succederà un domani. Ero veramente felice, il fresco vento fece calmare il precoce caldo d’estate. Mi sentivo un po’ anche io parte di quella comunità, ero anche io innamorato, innamorato della vita. Capii l’importanza di vivere oggi, solo e soltanto oggi, senza aver preoccupazioni,solo risolvendo problemi insieme, aiutandoci l’un con l’altro. A New York avevo visto l’amore vero, a Parigi la stravaganza e l’importanza dell’amicizia. E qua? Che cosa potevo trarre da questa esperienza?La vera vita. Il significato di vita, La parola vita, ricca di significati puliti splendenti, e ricchi di felicità. Loro erano vita, la felicità, Ed io, ero felice, adesso.

"Nella semplicità si nasconde il divino."
                          -Fabio Volo,2001








giovedì 7 marzo 2013

stories of living-2

-New York, 7/03/1972
Era autunno.
Ero a New York, nella fittissima e cupa città di New York giri l'angolo e vedi una
rapina, o uno stupro. Quel giorno giravo per le strade di quella bellissima città, vedevo le persone sorridere, scherzare, ridere e parlare. Ero andato lì per osservare com'era la vita laggiù, un mondo totalmente diverso dal mio. Ad un certo punto vidi un ragazzo. Un ragazzo solo, triste, malinconico, con la voglia di vivere ormai a terra, pronto però a scatenare la sua rabbia. Lo notai subito perchè stava correndo più forte che poteva, con le lacrime agli occhi che scorrevano sul suo volto. Non sapevo perchè corresse, non c'entrava l'amore. Lo intuii perchè non era il tipo, era l'identità che lo spingeva a correre, essere liberi di essere. Liberi di correre, liberi di volare e di essere felici per sempre. Erano gli anni 70, ricordo ancora le sue bretelle cadute a terra e i suoi RayBan frantumati in mille pezzi. Riconoscevo il dolore, era addolorato di tutto, inciampava sempre, graffiandosi continuamente i polsi. Cercai di scavare nel suo passato, era come se avessi avuto una visione. Vedevo completamente la sua vita, anno per anno, giorno per giorno, vedevo come era stato da bambino, era diverso da tutti gli altri, scriveva, disegnava, leggeva, se ne stava sempre nella sua casetta sull'albero. Veniva escluso dal mondo che lo accerchiava, voleva essere escluso. Ma quel giorno era pronto, pronto per ricominciare a vivere. Più o meno avrà avuto sui 18 anni compiuti, lo misi bene a fuoco. Mi ero sbagliato. Era follemente innamorato, innamorato della vita, dei rischi, della tentazione. Tutte cose che aveva acquisito solo in questi ultimi anni. Solo l'ultimo ingrediente mancava, il coraggio. Era innamorato di un ragazzo. A quel punto mi commossi, ormai ero un adulto, avevo un lavoro, una moglie e dei figli, ma amavo ed amo tutt'oggi le storie di giovani ragazzi. Voleva uscire dall'influsso di tutte quelle persone che lo avevano escluso e giudicato. Quando correva si sentiva un Dio, tutti gli altri attorno erano solo dei mostri, che volevano rovinare la sua vita. D'un tratto spuntò un sorriso sulle sue labbra, era felice, i mostri erano stati uccisi, dall'amore. Il suo ragazzo era lì, più felice di lui. I loro bacio fu così appassionante che me andai per non infierire e applaudire. Quello fu l'ultimo giorno che vissero, un attimo dopo, mentre attraversavano la strada furono colpiti da un incidente. Il mio giovane protagonista morì, mentre l'altro si salvò solo per pochi secondi per morir dopo accanto alla sua unica ragione di vita. 
Quella giornata non la dimenticherò mai, avevo subito così tante emozioni che decisi di tornare a casa. Ero triste, solo, mi sentivo un po' come il ragazzo, vuoto dentro e vuoto fuori, con la certezza di trovare un finale felice, anche se non esisteva.-




"In questo momento, siamo vivi.-
E ve lo giuro, in questo momento noi siamo infinito"
-Noi siamo infinito,2013












domenica 3 marzo 2013

Ride

<<Ero nell'inverno della mia vita, e gli uomini che ho incontrato lungo il percorso erano la mia unica estate.
La notte mi addormento con il pensiero di me che ballo, rido e piango con a loro. Tre anni totalmente immersa in un tour mondiale senza fine e i miei ricordi erano le uniche cose che mi sostenevano e i miei unici e veri tempi felici. Ero una cantante..non molto conosciuta, che sognava di diventare una bravissima poetessa ma per una serie di sfortunati eventi, vidi quei sogni distruggersi e dividersi, sfavillanti e infranti come milioni di stelle di notte nel cielo in cui riponevo i miei desideri. Ma non m'importava molto perchè sapevo che bisogna ottenere tutto ciò che si è sempre sognato e poi perderlo per capire che cos'è la vera libertà. Quando le persone che conoscevo cosa facevo e come vivevo, mi chiesero il perchè ma è inutile parlare con le  persone che hanno una casa, non hanno idea di cosa significa cercare sicurezza nelle altre persone e considerare casa qualsiasi posto dove puoi appoggiare la testa. Sono sempre stata una bambina strana, mia madre diceva che avevo un'anima camaleontica senza una bussola morale che puntasse a nord, senza un carattere definito; avevo solo un'indecisione interna selvaggia e vacillante come l'oceano e sarebbe una bugia se dicessi che non ho fatto nulla per diventare così perchè sono nata per essere l'altra donna, che apparteneva a tutti e a nessuno, che voleva tutto e niente, con tanta energia per ogni esperienza e un'ossessione per la libertà che mi terrorizzava fino a tal punto che non riuscivo a parlarne e che mi spingeva verso un punto nomade di follia che mi abbagliava e stordiva. Ogni notte pensavo che riuscissi a ritrovare la mia gente e alla fine ci sono riuscita, sulla strada. Non avevamo nulla da perdere o guadagnare e nulla da desiderare eccetto fare della nostra vita un'opera d'arte. Vivi velocemente. Muori giovane. Sii strano. E divertiti. Credo nel paese che l'America era un tempo, credo nella persona che voglio diventare, credo nella libertà della strada. E il mio motto è quello di sempre; credo nella gentilezza degli sconosciuti e quando sono in guerra con me stessa.. io corro. Semplicemente corro. Chi sei tu? Sei in contatto con tutte le tue fantasie più oscure? Hai creato una vita per te stesso dove poterle vivere? Io si. Sono fottutamente pazza.. ma sono libera.>>
Lana Del Rey, Ride


POESIA

 chi sono io? Dove sta la mia libertà? 
Che cosa significa essere nessuno e tutti? 
A chi appartengo? 
Semplicemente corro.








mercoledì 27 febbraio 2013

TU NON SAI NULLA

tu non mi conosci. non riesci a vedermi. sono positivamente invisibile per me. credi di conoscermi forse, ma è evidentemente che non è così.
Nessuno ci conosce, la frase che da il via al mio post. Le persone non sanno nulla, non ci conoscono veramente, non riescono a guardare oltre a un corpo. Solo noi sappiamo la verità, solo ognuno di noi sa quanto dolore abbiamo passato, quanti sbagli, offese, e sensi di colpa abbiamo alle nostre spalle. Solo io riesco a vedermi, vedo me stesso, davanti ad uno specchio, con un sorriso, smagliante dopo tanto tempo.
Questo mio disegno, rappresenta la verità. per tutti quelli che sono sottovalutati, facendosi credere delle semplici persone, senza chiazze di nero per intendere. Dal mio punto di vista, ognuno di noi deve avere una verità, un segreto nascosto, che nessuno può sapere, il segreto fra te stesso e lo specchio, appunto. Perchè siamo invisibilmente positivi per le persone, per il semplice fatto, che i nostri amici, conoscenti, ci guardano con un sorriso, senza sapere. E' bella questa cosa, appoggiarsi su una soffice nuvola, con leggerezza senza aver paura di essere giudicati. A questo servono i segreti.

<<TU NON SAI NULLA" non sai quanto ho sofferto a causa tua, per amore forse, per identità, per amicizia, per la vita. Tu non sai quanto ho cercato di tirarmi su, non sai come ci si sente, sei solo un essere che non crede a ciò che ti sto per dire. La tristezza mi aveva trasportato da un'altra parte, avevo paura di quello che mi poteva accadere in futuro, ma poi ho detto basta. Non ce la facevo, a sopportare tutti quei pensieri. Volevo spegnere il cervello e il cuore, senza provare nulla, solo stare ad osservare. E adesso guardami, sono felice, non so chi sono, non mi riconosco, ma so che sono felice, è questo l'importante. Anche se ti odio, spero che non ti accada mai, ti senti deluso, illuso, picchiato dalla stessa mente.>>

ecco, "il non sapere, non conoscere" lo definisco in queste dieci, venti frasi.
Essere felici di non essere conosciuti, porta a non essere umiliati, anche dalle persone più care, che noi non conosciamo reciprocamente a fondo, è tutto un meccanismo. Per raggiungere quello che vuoi, sempre.

sabato 23 febbraio 2013

amenrock

E' un periodo per me in cui ho espresso completamente, perfezionando il mio modo di vestire e quindi di essere. Questa è una combinazione di vintage, ma diciamo un vintage tendente all'estremo.
giacche in jeans, anfibi, pantaloni e una canotta.
 versione primaverile





martedì 19 febbraio 2013

little things

una chitarra,   per accompagnare un canto turbolento.
una sigaretta,  per lasciarsi alle spalle la parte faticosa della vita.
un tramonto,   per baciare un qualcuno.
una canzone,   per cantarla e sorridere.
un balcone,     per buttarsi giù dall'ottavo piano. 
un pianto,       per rimpiangere la persona morta.
un giardino,    per camminare e respirare.
un cuore,       per sentir battere.
un'altalena,    per assaporare il vento.
una piscina,   per nuotare fino ad avere il vomito.
un quadro,    per riflettere.
un ricordo,   per rimpiangere i tempi passati.
una vespa,   per fare un incidente con classe e divertimento.
un fiocco di neve, per prenderlo con la mano e sentire la piccola freschezza del ghiaccio.
una foglia,   per romperla in mille pezzettini come anti stress.
una stufa,    per scaldarsi con tante coperte.
un gatto,     per accarezzarlo e contemplarlo.
un ventaglio,   per sopportare il caldo, e fare il flamenco.
un paio di scarpe,  per essere fiero di averle, magari sono brutte ma a te piacciono.
un fiore,      per coglierlo e regalarlo al sole.
un calzino,  per assaporare il cattivo odore dei tuoi piedi.
una stella cometa,  per esprimere un desiderio.
un ombrello,   per ripararsi dalla pioggia, e per bagnarsi ancora di più.





queste sono le cose che fanno parte di noi, fanno parte della nostra vita, anche se non ce ne rendiamo conto, loro scatenano i sorrisi, i pianti, i litigi. Ce ne sono molte altre, io ho elencato solo quelle che in questo momento mi sono passate per la testa. 
e' un post stupido, ma io amo le cose stupide, mi danno un senso di spensieratezza e libertà.
così, mia andava..


Ah, che deficiente.