venerdì 22 marzo 2013

stories of living-3

-Volterra, 21/03/1973

Il mio viaggio continuava, era arrivata la primavera, il primo giorno dell’equinozio di primavera. Ricordo le persone che già rinfrescavano  i propri volti stanchi dal caldo nelle fontane di Volterra. Ebbene si, ero passato dall’America e la Francia in Italia, precisamente in Toscana, in quelle bellissime colline che rallegravano la giornata. La decisione di partire e andare là, fu improvvisa. Volevo osservare la vita che si svolgeva in quel piccolo luogo, da piccolo infatti ero da sempre abituato a conoscere tutti, a  salutare e abbracciare chiunque incrociassi per strada. Passeggiavo in tutte le piccole viuzze di quella misteriosa città, prima di atterrare in Italia mi ero infatti documentato sulla sua storia, erano molte leggende e storie che avvolgevano le mura in un mistero sempre più fitto. Ero particolarmente felice quel giorno, forse era una felicità data dallo splendere dei girasoli, dai fiori appena nati, o semplicemente dalla voglia di vivere. Nel preciso instante in cui misi piede su quella terra, sentii una carica di energia che mi pervase in tutto il corpo. La semplicità di quel posto mi attirava, serve sempre una piccola pausa di tranquillità. Notai le anziane del paese con in mano un bel mazzo di rose o di ginestre, invidiose una dell’altra, come se fosse una gara; mi misi a ridere quando vidi i bambini in sandali che sbirciavano sotto la sottana delle loro madri. Cominciai a scattare foto, a raffica, era un impulso istintivo; quando si dice “catturare l’attimo”. I mariti invece erano ovviamente rifugiati a gruppi in piccoli bar, con liquori in mano, e un mazzo di carte. Pronti per sfidarsi e per scommettere la vincita. Le bambine incitavano le madri a comprare la solita  bambola di pezza, ma purtroppo la risposta era sempre la stessa “Quando sarai grande te la comprerò, sciocchina” stava a significare la forte povertà. Ma la bellezza e la serenità con cui pronunciavano quelle tristi parole, era impressionante, non c’entrava la ricchezza volevano solo stare con i propri figli, vivendo giorno per giorno. Mi commossi. Continuai il mio piccolo giro turistico, vidi case e chiese spettacolari, monumentali, e molto ben costruite e raffinate nei dettagli, appartenenti in passato a ricchi signori. Mi immaginai come un giorno, chissà quando, quella città sarebbe diventata un importante riferimento storico e artistico. La natura era sempre più viva, gatti e cani passavano per le strade, le vespe sfrecciavano qua e la e i vestiti a pois delle giovani ragazze svolazzavano al vento primaverile; notai le coppie di ragazzi innamorati, i primi baci, sguardi, carezze, giochi erotici, e sotterfugi per scappare alla vista del padre, aspettando la figlia in ansia sul portone di casa. C’erano giovani artisti di strada, che cantavano e suonavano ogni tipo di repertorio, facendo riunire tutto il paese a ballare. Le loro giornate passavano così, trascorrendo insieme quel poco tempo rimanente, vivendo oggi, senza aver paura di quello che succederà un domani. Ero veramente felice, il fresco vento fece calmare il precoce caldo d’estate. Mi sentivo un po’ anche io parte di quella comunità, ero anche io innamorato, innamorato della vita. Capii l’importanza di vivere oggi, solo e soltanto oggi, senza aver preoccupazioni,solo risolvendo problemi insieme, aiutandoci l’un con l’altro. A New York avevo visto l’amore vero, a Parigi la stravaganza e l’importanza dell’amicizia. E qua? Che cosa potevo trarre da questa esperienza?La vera vita. Il significato di vita, La parola vita, ricca di significati puliti splendenti, e ricchi di felicità. Loro erano vita, la felicità, Ed io, ero felice, adesso.

"Nella semplicità si nasconde il divino."
                          -Fabio Volo,2001








giovedì 7 marzo 2013

stories of living-2

-New York, 7/03/1972
Era autunno.
Ero a New York, nella fittissima e cupa città di New York giri l'angolo e vedi una
rapina, o uno stupro. Quel giorno giravo per le strade di quella bellissima città, vedevo le persone sorridere, scherzare, ridere e parlare. Ero andato lì per osservare com'era la vita laggiù, un mondo totalmente diverso dal mio. Ad un certo punto vidi un ragazzo. Un ragazzo solo, triste, malinconico, con la voglia di vivere ormai a terra, pronto però a scatenare la sua rabbia. Lo notai subito perchè stava correndo più forte che poteva, con le lacrime agli occhi che scorrevano sul suo volto. Non sapevo perchè corresse, non c'entrava l'amore. Lo intuii perchè non era il tipo, era l'identità che lo spingeva a correre, essere liberi di essere. Liberi di correre, liberi di volare e di essere felici per sempre. Erano gli anni 70, ricordo ancora le sue bretelle cadute a terra e i suoi RayBan frantumati in mille pezzi. Riconoscevo il dolore, era addolorato di tutto, inciampava sempre, graffiandosi continuamente i polsi. Cercai di scavare nel suo passato, era come se avessi avuto una visione. Vedevo completamente la sua vita, anno per anno, giorno per giorno, vedevo come era stato da bambino, era diverso da tutti gli altri, scriveva, disegnava, leggeva, se ne stava sempre nella sua casetta sull'albero. Veniva escluso dal mondo che lo accerchiava, voleva essere escluso. Ma quel giorno era pronto, pronto per ricominciare a vivere. Più o meno avrà avuto sui 18 anni compiuti, lo misi bene a fuoco. Mi ero sbagliato. Era follemente innamorato, innamorato della vita, dei rischi, della tentazione. Tutte cose che aveva acquisito solo in questi ultimi anni. Solo l'ultimo ingrediente mancava, il coraggio. Era innamorato di un ragazzo. A quel punto mi commossi, ormai ero un adulto, avevo un lavoro, una moglie e dei figli, ma amavo ed amo tutt'oggi le storie di giovani ragazzi. Voleva uscire dall'influsso di tutte quelle persone che lo avevano escluso e giudicato. Quando correva si sentiva un Dio, tutti gli altri attorno erano solo dei mostri, che volevano rovinare la sua vita. D'un tratto spuntò un sorriso sulle sue labbra, era felice, i mostri erano stati uccisi, dall'amore. Il suo ragazzo era lì, più felice di lui. I loro bacio fu così appassionante che me andai per non infierire e applaudire. Quello fu l'ultimo giorno che vissero, un attimo dopo, mentre attraversavano la strada furono colpiti da un incidente. Il mio giovane protagonista morì, mentre l'altro si salvò solo per pochi secondi per morir dopo accanto alla sua unica ragione di vita. 
Quella giornata non la dimenticherò mai, avevo subito così tante emozioni che decisi di tornare a casa. Ero triste, solo, mi sentivo un po' come il ragazzo, vuoto dentro e vuoto fuori, con la certezza di trovare un finale felice, anche se non esisteva.-




"In questo momento, siamo vivi.-
E ve lo giuro, in questo momento noi siamo infinito"
-Noi siamo infinito,2013












domenica 3 marzo 2013

Ride

<<Ero nell'inverno della mia vita, e gli uomini che ho incontrato lungo il percorso erano la mia unica estate.
La notte mi addormento con il pensiero di me che ballo, rido e piango con a loro. Tre anni totalmente immersa in un tour mondiale senza fine e i miei ricordi erano le uniche cose che mi sostenevano e i miei unici e veri tempi felici. Ero una cantante..non molto conosciuta, che sognava di diventare una bravissima poetessa ma per una serie di sfortunati eventi, vidi quei sogni distruggersi e dividersi, sfavillanti e infranti come milioni di stelle di notte nel cielo in cui riponevo i miei desideri. Ma non m'importava molto perchè sapevo che bisogna ottenere tutto ciò che si è sempre sognato e poi perderlo per capire che cos'è la vera libertà. Quando le persone che conoscevo cosa facevo e come vivevo, mi chiesero il perchè ma è inutile parlare con le  persone che hanno una casa, non hanno idea di cosa significa cercare sicurezza nelle altre persone e considerare casa qualsiasi posto dove puoi appoggiare la testa. Sono sempre stata una bambina strana, mia madre diceva che avevo un'anima camaleontica senza una bussola morale che puntasse a nord, senza un carattere definito; avevo solo un'indecisione interna selvaggia e vacillante come l'oceano e sarebbe una bugia se dicessi che non ho fatto nulla per diventare così perchè sono nata per essere l'altra donna, che apparteneva a tutti e a nessuno, che voleva tutto e niente, con tanta energia per ogni esperienza e un'ossessione per la libertà che mi terrorizzava fino a tal punto che non riuscivo a parlarne e che mi spingeva verso un punto nomade di follia che mi abbagliava e stordiva. Ogni notte pensavo che riuscissi a ritrovare la mia gente e alla fine ci sono riuscita, sulla strada. Non avevamo nulla da perdere o guadagnare e nulla da desiderare eccetto fare della nostra vita un'opera d'arte. Vivi velocemente. Muori giovane. Sii strano. E divertiti. Credo nel paese che l'America era un tempo, credo nella persona che voglio diventare, credo nella libertà della strada. E il mio motto è quello di sempre; credo nella gentilezza degli sconosciuti e quando sono in guerra con me stessa.. io corro. Semplicemente corro. Chi sei tu? Sei in contatto con tutte le tue fantasie più oscure? Hai creato una vita per te stesso dove poterle vivere? Io si. Sono fottutamente pazza.. ma sono libera.>>
Lana Del Rey, Ride


POESIA

 chi sono io? Dove sta la mia libertà? 
Che cosa significa essere nessuno e tutti? 
A chi appartengo? 
Semplicemente corro.








mercoledì 27 febbraio 2013

TU NON SAI NULLA

tu non mi conosci. non riesci a vedermi. sono positivamente invisibile per me. credi di conoscermi forse, ma è evidentemente che non è così.
Nessuno ci conosce, la frase che da il via al mio post. Le persone non sanno nulla, non ci conoscono veramente, non riescono a guardare oltre a un corpo. Solo noi sappiamo la verità, solo ognuno di noi sa quanto dolore abbiamo passato, quanti sbagli, offese, e sensi di colpa abbiamo alle nostre spalle. Solo io riesco a vedermi, vedo me stesso, davanti ad uno specchio, con un sorriso, smagliante dopo tanto tempo.
Questo mio disegno, rappresenta la verità. per tutti quelli che sono sottovalutati, facendosi credere delle semplici persone, senza chiazze di nero per intendere. Dal mio punto di vista, ognuno di noi deve avere una verità, un segreto nascosto, che nessuno può sapere, il segreto fra te stesso e lo specchio, appunto. Perchè siamo invisibilmente positivi per le persone, per il semplice fatto, che i nostri amici, conoscenti, ci guardano con un sorriso, senza sapere. E' bella questa cosa, appoggiarsi su una soffice nuvola, con leggerezza senza aver paura di essere giudicati. A questo servono i segreti.

<<TU NON SAI NULLA" non sai quanto ho sofferto a causa tua, per amore forse, per identità, per amicizia, per la vita. Tu non sai quanto ho cercato di tirarmi su, non sai come ci si sente, sei solo un essere che non crede a ciò che ti sto per dire. La tristezza mi aveva trasportato da un'altra parte, avevo paura di quello che mi poteva accadere in futuro, ma poi ho detto basta. Non ce la facevo, a sopportare tutti quei pensieri. Volevo spegnere il cervello e il cuore, senza provare nulla, solo stare ad osservare. E adesso guardami, sono felice, non so chi sono, non mi riconosco, ma so che sono felice, è questo l'importante. Anche se ti odio, spero che non ti accada mai, ti senti deluso, illuso, picchiato dalla stessa mente.>>

ecco, "il non sapere, non conoscere" lo definisco in queste dieci, venti frasi.
Essere felici di non essere conosciuti, porta a non essere umiliati, anche dalle persone più care, che noi non conosciamo reciprocamente a fondo, è tutto un meccanismo. Per raggiungere quello che vuoi, sempre.

sabato 23 febbraio 2013

amenrock

E' un periodo per me in cui ho espresso completamente, perfezionando il mio modo di vestire e quindi di essere. Questa è una combinazione di vintage, ma diciamo un vintage tendente all'estremo.
giacche in jeans, anfibi, pantaloni e una canotta.
 versione primaverile





martedì 19 febbraio 2013

little things

una chitarra,   per accompagnare un canto turbolento.
una sigaretta,  per lasciarsi alle spalle la parte faticosa della vita.
un tramonto,   per baciare un qualcuno.
una canzone,   per cantarla e sorridere.
un balcone,     per buttarsi giù dall'ottavo piano. 
un pianto,       per rimpiangere la persona morta.
un giardino,    per camminare e respirare.
un cuore,       per sentir battere.
un'altalena,    per assaporare il vento.
una piscina,   per nuotare fino ad avere il vomito.
un quadro,    per riflettere.
un ricordo,   per rimpiangere i tempi passati.
una vespa,   per fare un incidente con classe e divertimento.
un fiocco di neve, per prenderlo con la mano e sentire la piccola freschezza del ghiaccio.
una foglia,   per romperla in mille pezzettini come anti stress.
una stufa,    per scaldarsi con tante coperte.
un gatto,     per accarezzarlo e contemplarlo.
un ventaglio,   per sopportare il caldo, e fare il flamenco.
un paio di scarpe,  per essere fiero di averle, magari sono brutte ma a te piacciono.
un fiore,      per coglierlo e regalarlo al sole.
un calzino,  per assaporare il cattivo odore dei tuoi piedi.
una stella cometa,  per esprimere un desiderio.
un ombrello,   per ripararsi dalla pioggia, e per bagnarsi ancora di più.





queste sono le cose che fanno parte di noi, fanno parte della nostra vita, anche se non ce ne rendiamo conto, loro scatenano i sorrisi, i pianti, i litigi. Ce ne sono molte altre, io ho elencato solo quelle che in questo momento mi sono passate per la testa. 
e' un post stupido, ma io amo le cose stupide, mi danno un senso di spensieratezza e libertà.
così, mia andava..


Ah, che deficiente.




giovedì 14 febbraio 2013

אהוב

Ogni anno arriva quel fatidico giorno. San Valentino, questo giorno mi attira solo per il semplice fatto di scoprire chi è Valentino. L'amore comunque è diciamo il tema di questa festività.
Ho sempre avuto dubbi su questo giorno, è il giorno più romantico di tutto l'anno, le coppie di ogni età si riuniscono; tutti i miei amici cercano il regalo perfetto per la propria ragazza o per il proprio ragazzo. Ed io?
Ed io che cosa cerco? Non cerco, io trovo e basta. Un annetto fa più o meno, avevo completamente un'altra teoria su questo giorno, ero invidiosi, geloso di tutti. Quest'anno no, penso che sia una festa individuale, non tutti ovviamente la possono e la devono celebrare, io non la celebro. Io me ne sto da solo, e ne sono molto felice. Perchè in questo mese ho capito che è meglio "essere soli, che mal accompagnati", sono felice perchè a me basta avere quelle persone fondamentali nella mia vita che mi fanno vivere. Mi fanno provare emozioni, l'amore non serve. Ho solo 12 anni, ho tutta la vita davanti. Sono sempre stato molto attirato dal romanticismo in se per se, sono stato "innamorato" anche io, anche se sembra strano, ho provato quelle sensazioni che tutti provano.
Semplicemente ora non le provo più, tutti mi dicono "Ei, sei solo, non sei triste?Non sei neanche innamorato!" io rispondo come ormai 3 anni a questa parte, che non m'importa. Per me è un giorno come tutti gli altri. Stare al camino, magari con una copertina ad ascoltare musica classica. Perfetto. La mia tipica giornata da San Valentino. La mia concezione dell'amore è diversa, io penso che l'amore non sia un impegno, l'amore va vissuto, in tutti i suoi aspetti, provando tutti gli specchi, brutti e belli. Se questi specchi si rompono, significa che con l'amore devi chiudere. Ecco io non ancora comprato uno specchio. Io osservo l'amore, non lo vivo. Penserete che scrivo queste parole, per sembrare superiore, ma in verità sono geloso e muoio dalla voglia di innamorarmi, ma per vostra fortuna non è così, io sono felice di ammirare la gente innamorata. Amo vedere la felicità nei loro sorrisi, ma non amo vederla nella mia, per il semplice fatto che non c'è, la mia non è basata sull'amore.


white&black


Che cosa significa essere confusi?

Vi siete mai sentiti confusi? Ecco io si.
Tutto quel sentirsi libero, disorientato ma felice, mi ha portato alla totale confusione. Il succedersi di fatti inaspettati, mi ha portato proprio a questo.
Se noi andiamo a vedere il dizionario, troveremo la seguente definizione:
con il termine confusione si intende un particolare stato psicologico in cui il soggetto non riesce ad interpretare (ovvero organizzare in percezioni coerenti) le sensazioni, le quali producono impulsi contraddittori, anche solo per avvertita urgenza di reazione.

"Non riesce ad interpretare le sensazioni..." ecco penso che questa parte sia perfetta, se mi posso permettere aggiungerei anche azioni dell'individuo e delle persone vicine. Non riesco a comprendere la persona, i sentimenti di quella persona; tutto questo porta all'imbarazzo, al disagio nei confronti degli altri.  Non è una bella sensazione. In questi mesi ho messo ben in risalto la semplicità della vita e il menefreghismo che dobbiamo avere. Ma sono arrivato al punto di sentirmi così tanto libero, che sono diventato confuso. La confusione è avvolta nel mistero, a volte può essere positiva, nei casi di innamoramento, negativa, come nel caso della confusione nel vero senso della parola, proprio come noi pensiamo, e un terzo caso, che mi piace analizzarlo, una confusione intermedia fra il negativo e il positivo, appunto di mistero. Io appartengo a quella.



TU LO CHIAMO SOLO UN VECCHIO SPORCO IMBROGLIO
MA UNO SBAGLIO E' PETROLIO
TROPPO FURBO PER NON ESSERE SINCERO
MA E' DAVVERO ORO NERO.
              -Battisti, Confusione

giovedì 31 gennaio 2013

stories of living-1

-Parigi, 31/1/1971
-Ricordo che era inverno, quando conobbi la felicità.
Si chiamava Adelé. Ricordo quel giorno come se fosse ieri, l'atmosfera era gelata, sciarpe, guanti e cappelli. Intravedei una bella ragazza che ballava e cantava sotto la neve. Sorrideva.
Il suo sorriso era esaltante, splendente, così tanto che riusciva a riscaldare tutta Parigi da quel terribile freddo. Era una ragazza misteriosa, priva di tristezza. Nei suoi occhi vedevo tutto ciò che aveva passato, tragedie, pianti, litigi, ma nonostante tutto a lei bastava guardare dalla finestra e rendersi conto che tutto questo non aveva senso. Notavo sempre di più la salvezza, aveva salvato se stessa. Aveva salvato me, dall'oscurità. Notai anche la sua superficialità, prendeva i fatti come se fossero un gioco, amavo la sua semplicità, il suo modo di pensare la vita era contorto, era una trama, non una storia. Era strana.
Accanto a lei, arrivò un ragazzo, si erano sicuramente dati appuntamento. Più o meno era un uomo sulla 20ina d'anni; capii però all'istante che lui non l'amava e lei non amava lui. Erano solo avvolti a un grande affetto, così da confonderlo a volte in un falso amore. Era solo un pittore francese da quattro soldi che amava la vita e gli anni 70, solo un piccolo artista di strada che ritraeva tutto ciò che gli capitasse sotto gli occhi, lui adorava dipingere lei, il suo corpo, si spogliava per essere riprodotta in tutto il suo splendore. 
La loro amicizia era unica. Era un come uno specchio di una vanesia, più si guardava, più capiva di esser bella. Loro più si conoscevano, più capivano che eran fatti l'un per l'altro.
Lei adorava lui.
Lui, lei.
Forse era destino che si incontrassero.
Nei loro sorrisi notai però un leggero imbarazzo, era sicuramente colpa dell'amore, che aveva rovinato ogni cosa. Lo capivo perchè quando lui si tendeva a baciarla sul collo, lei lo rifiutava abbracciandolo e basta e dicendo sempre la stessa frase scherzando: "Lo sai che non amo le persone che mi stano a cuore, io le disprezzo, io amo il mistero, non uno come te". Lui era comunque felice, avevano vent'anni, non si pensa a quell'età si agisce d'impulso. Il suo era quello di andarci a letto. L'armonia aveva pervaso i due ragazzi, si guardavano con occhi di fuoco, ma non di rabbia, di verità. L'unica questione che ancora ad oggi non riesco a capire era la loro identità, era nascosta ancora. Si fidavano l'un l'altro, ma c'era qualcosa che non quadrava. Forse era solo il fatto che erano segreti innamorati, ma non volevano confessarlo. La consapevolezza, l'ammettere, a volte viene ritenuta come l'abilità che nessuno ha, la più difficile.
Quello che amavo di loro però era il menefreghismo che li pervadeva, se ne fregavano del mondo attorno. Nella loro vita c'erano solo: lei, lui e Parigi. Erano una famiglia; passavano le giornate d'estate a fare lunghissimi bagni nelle fontane, mentre d'inverno, amavano un tè caldo, e una pallata di neve. La semplicità forse era l'unico ingrediente di questo rapporto.  
La loro vita era solo una sdrammatizzazione dei problemi.-


 "La fortuna è come il giro di Francia
uno lo aspetta a lungo e poi passa in fretta, 
quando arriva il momento bisogna saltare le barriere 
senza esitare."
                                                 -Il favoloso mondo di Ameliè,2001







questa è una mia nuova rubrica, da questo momento in poi, scriverò un racconto. Un racconto, dove ogni volta due personaggi, ambientati in città diverse, aiuteranno questo narratore misterioso, grazie alla loro vita, da cui estrarrà i risultati. Non sono storie avventurose, ma io, attraverso esse, posso mettere in chiaro alcuni aspetti fondamentali che mi piacerebbe esprimere. Ce ne saranno 5, spero vi piacciano.








Dance in the Dark.

E' il titolo del mio nuovo post.

Sapete, lo ripeto sempre, ma stavolta lo approfondirò ancor di più. In questo periodo mi sento nessuno, e non è un errore grammaticale, ma semplicemente mi definisco una persona chiamata Nessuno.
Nessuno. 
Sono felice di esserlo, si dice di lottare sempre per la nostra identità, di trovarla, capirla e di rivelarla. Ma adesso ho capito che non importa, chi sei. Importa che cosa fai.
E' un momento della mia vita, in cui non ho paura di nulla, un momento dove mi vengono presentate tante occasioni di svago, tanto divertimento. Ho capito che la vita non è un impegno, se vi capita di leggere altri miei post vedrete scritto che "la vita deve essere degna di esser vissuta". Non è vero. In parte diciamo.
La vita è un gioco. Un falso gioco, noi siamo solo dei burattini, senza fili però che gestiscono la propria vita.
Ecco, ho centrato il punto. Vi siete mai sentiti nessuno? Mai sentiti liberi di perdere la strada?
Io mi sento così. Danzare nel buio, significa esser forti, coraggiosi, privi di paura, capaci di attraversare una foresta oscura. Senza aver paura di morire, ma solo di vivere. E se poi arriva la morte. L'affronteremo.
Avete presenti i film di ragazzi alle prese con l'adolescenza? Questo. Non intendo "cattivi ragazzi" ma solo svincolati, responsabili ma svincolati. Vi potreste sentire in colpa, ma secondo me questo momento ti fa notare la leggerezza della vita, senza impegni, preoccupazioni. Sentirsi in colpa, si riferisce ai peccati, non è un peccato. E' solo una sperimentazione. Nessuno vincerà o perderà mai. Giocherà.
Io ed i miei amici siamo sempre stati abituati a prendere l'amore come una cosa seria,non importa dell'amore. L'amore è solo uno stupido sentimento. E' bello però innamorarti, intendiamoci.
Essere falsi, ma veri.
Un concetto complicato, ma capibile se vi impegnate a percepirlo.


"Scuoti i tuoi capelli
Trova la tua libertà nella musica,
Trova il tuo Gesù
Trova il tuo Kubrick."









lo dedico a te.







giovedì 24 gennaio 2013

snowtime

Mi scuso per l'assenza, di questi ultimi giorni, ma sono stato in vacanza in montagna a sciare.
Oggi, o per meglio dire stasera, vi mostrerò le mie ultime foto fatte appunto nel viaggio, andata-vacanza-ritorno. Spero vi piacciano, e se si, sappiate che ne sarò molto felice.



   







      come potete ben notare mi sono piuttosto   
      incentrato su questi colori come il blu, 
      seppia o rosa degli alberi innevati. Per me      
      rappresentano la purezza,l'innocenza, la 
      verità. Un po' come Biancaneve. 

      "La 
      bellezza 
      irraggiungibile."
     
      solo io vado a cercare queste cose..




sabato 12 gennaio 2013

One day baby, we’ll be old.

Oggi, in questo giorno di pioggia. Voglio parlare di quel momento che mi trasporta in fantasia. La morte.
Ho sempre avuto paura della morte, ma mi attirava molto l'idea di morire ovviamente positivamente. Mi attirava perchè passare dal mondo terreno al mondo inesistente dell'immortalità. Voglio fare un esempio con la concezione della morte nel periodo rinascimentale. I cittadini dicevano che la morte non significava nulla, e dovevano vivere la vita fino in fondo, sfruttando ogni attimo, ogni potenzialità.
Lo condivido perchè è quello che io voglio fare io, vivere una vita degna di essere vissuta. Voglio sbagliare,. voglio perdere e vincere, voglio avere tante soddisfazioni e tante delusioni.

Voglio vivere.


La definisco  con queste brevi frasi che ho scritto un po' di tempo fa.



<<Avete paura della Morte?
Io no, o almeno pur non conoscendola non ho paura. Amo infatti la vita come amo la morte; penso che la morte sia uno dei momenti più affascinanti della nostra vita, emozionanti, avvincenti, ed eccezionali di una vita vissuta. Quando muori ti rendi conto di tutto quello che hai fatto, il ricordo sta alla base della morte, devi morire con il ricordo bello o brutto che sia. Arriva il momento di chiudere finalmente gli occhi, lontani da tutto e tutti, e di ricordare ciò che si è vissuto.  Questo momento è essenziale.
Quando morirò sono felice di averlo fatto. Penso che la morte sia una scelta, una scelta di vita. Il tuo organismo ha deciso di punirti vivendo poco, o di lodarti restando in vita. E' questa la mia concezione di vita e di morte, la vita non è un semplice momento di passaggio, la vita è il succo della morte, nella morte viene racchiusa una seconda vita, piena di vite vissute. 
<<Ridere, sbagliare, amare, piangere, soffrire, sorridere. questa è la vita.
Ridere, sbagliare, amare, piangere, soffrire, sorridere. questa è la morte.>>

La morte viene rappresentata dal teschio, non è questa la vera immagine. La vera morte è questo:



un fiore che muore, un altro che sboccia.










lunedì 7 gennaio 2013

Fiamma.




Questa è una delle mie immagini preferite, alcuni potrebbero dare per scontato il messaggio, ma io no.
Per me questo è il fuoco, la fiamma e il sentimento, diciamo che rappresenta la potenza, la forza e il sudore che è sceso per arrivare in "cima alla montagna". E' il centro del calore e della vita. Ognuno di noi deve arrivare ai propri scopi ma solo grazie a questa invisibile potenza potremmo raggiungerli fino a fondo.
Nessuno di noi però li raggiungerà veramente, perchè appunto questa immagine è un sentimento, devi sentire di esser finalmente felice. Il sentimento è colui che forma la fiamma e la luce.

Il colore invece determina la potenza e la forza. Rosso. Con leggere sfumature di giallo e arancione.
Il colore della morte, con la consapevolezza di poter morire, ma continuare il tuo cammino senza vedere ostacoli, senza pregiudizi nel mondo reale. Il nero invece rappresenta, sempre dal mio punto di vista, il colore dell'inganno, colui che crea gli ostacoli. Il colore della paura, dell'indecisione e della tentazione.

Ho voluto mostrarvi questa mia foto per farvi comprendere o magari approfondire il fatto di continuare sempre per la strada del bene, l'avventura che hai deciso di intraprendere. Senza essere corrotto o ostacolato da nessuno.


<<Nel mezzo di cammin di nostra vita,
mi trovai per una selva oscura,
che la diretta via era smarrita>>
                       -Dante Alighieri, Inferno canto 1





semplicemente semplice.

Nuove foto in arrivo.

E' la prima volta che fotografo persone, quindi non prometto nulla.
Questa è una mia grande amica, e è molto bella.
In queste foto con il suo splendente sorriso, rappresenta per me la felicità, spensieratezza. Dare meno peso alle cose, essere più contenti di come ci va. Rappresenta proprio l'adolescenza, il punto base di queste foto è la naturalezza, leggerezza.
Di solito, durante la nostra età, è molto semplice essere tristi, dar invece peso alle cose, diciamo che la visione delle cose è negativa per la maggior parte, non accettiamo come siamo.
Dovremmo invece pensare positivo, è questo il mio parere.


felicità. 
tristezza.
riflessione.



                                                                               





spero vi piacciano, cercherò di migliorare.
grazie chiara♥








mercoledì 2 gennaio 2013

Un'anima rapita.

" In quel momento capii di essere stata rapita. Rapita dalla mia stessa anima. Mi sentivo vuota, priva di nulla. Ero sconvolta, quella nube di malvagità mi aveva travolto così forte che non capivo più niente. Quel veleno era entrato troppo a fondo nelle vene, ero diventata qualcun'altro. Non ero io. Era tutto strano laggiù, nulla era al suo posto. Ora capisco come ci si sente, aveva ragione. Si, aveva ragione, era possibile essere rapita dalla stessa anima. La verità era che non ci volevo credere.
Quello non era un qualche paradiso e nemmeno un inferno, ne un purgatorio. Non avevo una risposta.
Ero stata rapita.
Rapita dalla mia stessa anima.
Ma era comunque colpa mia.
Solo mia. "

Questo è il mio nuovo disegno, ho pensato molto alla definizione di questo disegno, penso che l'arte parli, più di qualsiasi altra cosa. Questo disegno ritrae una ragazza se volgiamo chiamarla così, in pieno momento di crisi, ha paura di se stessa. Ha paura della sua anima e delle conseguenze di quelle che ha fatto. 
Ma nonostante questo, secondo me è sicura che tutto prima o poi tornerà alla normalità, grazie alla sicurezza e alla convinzione. Mi piace molto questo disegno perchè ritrae come a volte mi sento io, vuoto e solo. Notate però in queste parole, il cambiamento del suo stato d'animo, queste frasi sono tratte da "Marry the Night" di Lady Gaga, la mia artista preferita.



"Sposerò la notte.
Non voglio rinunciare alla mia vita
Io sono una regina guerriera
Voglio vivere appassionatamente questa sera."
                                                                    -Lady Gaga, Marry the Night.



versione bianca o rossa





2013

E' arrivato anche quest'anno il nuovo anno.
Il 2013. 
Sinceramente penso che le aspettative di quest'anno saranno molto diverse da quelle dello scorso, dove il mio unico obiettivo era l'amore, amore che non c'e mai stato. Quest'anno desidero completare me stesso, scoprirmi fino a fondo, un lavoro individuale. Non m'importa dell'amore, quest'anno importa solo di me stesso, penso che sarà un anno molto diverso. Un anno molto più movimentato.
In fondo non cambia nulla sono solo passati 365 giorni, è che come se fosse un anno infinito, perchè non c'è nessuna magia o superstizione che possa cambiare la situazione, ad esempio del problema economico dell'italia. E' appunto un discorso individuale, come diceva Gandhi << Diventa il cambiamento che vuoi vedere>> siamo solo e soltanto noi a cambiare le carte in gioco.

Penso però in conclusione che quest'anno lo vivrò come tutti gli altri, perchè non ci sarà nessun miracolo che possa mutare i problemi in sollievi. Lo vivrò come sempre, in felicità e in tristezza. Cercando di scoprire una parte di me sconosciuta, ma vivendo con il solito carattere. Le persone tendono ad aspettare, senza darsi da fare. Aspettare che? Ci dobbiamo provare e riprovare, ma evidentemente questo concetto non arriva a tutti.
Vivrò quest'anno, ricollegando questo discorso al significato del blog, con molta semplicità, spero e credo di vedere le cose migliori di quel che sono, sempre però stando con i piedi per terra, e rendendomi conto di quel che accade. Non c'entra l'amore, è solo che ho capito che possiamo stare bene anche senza le emozioni essenziali, quelle basi. Come l'amore.
Essere felici con se stessi, essere più sicuri di se stessi. Saranno questi per me i miei obiettivi.

condivido questa foto, per dare ironicamente un senso a questo assente cambiamento.



buon 2013